Storie - Maria Elena Fantasia - Fotografa

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PARIGI, ATTENTATI DI NOVEMBRE 2015

Ero andata a Parigi per una settimana che per me cominciava il mercoledì 11 novembre con una grande conferenza sulla meditazione.
L’agenda era piena di appuntamenti dedicati soprattutto alla fotografia, grazie anche alla manifestazione in corso ParisPhoto.
Numerose e grandi mostre erano programmate in tutti i musei della città. Erano mesi che tanti, come me, aspettavamo quelle date per maturare i progetti futuri.
Con gli attentati della sera del 13 novembre non solo si è tirata una linea su tutte le pagine dell’agenda di quella settimana, ma si è messa in discussione la stessa parola ‘futuro’.
L’indomani tanti di noi non hanno voluto lasciarsi imprigionare in casa dalla minaccia della paura e siamo usciti a vivere. L’agenda però è rimasta chiusa. L’unico appuntamento possibile, anzi necessario, è stato di andare tutti i giorni a raccogliermi con gli altri nei luoghi degli attentati, guardando le fotografie di volti che si presentavano a noi già da morti.
Non è stato facile decidere se, come e quando azionare la macchina fotografica.
Quando ho sentito che la foto della foto mi faceva concentrare di più su ciascuno di loro incrociando ogni sguardo, ho scattato, soprattutto quando mi sono trovata a fianco del padre di uno di loro il quale, a sua volta, scattava la foto del figlio.
PARIGI, 4 MESI PIU’ TARDI. MARZO 2016

Tornare sui luoghi degli attentati provoca sensazioni contraddittorie, ribrezzo, compassione, sfiducia, dolore… Alcuni locali sono come in un limbo: taluni sono in attesa di ristrutturazione, la loro immobilità è agghiacciante; altri sono ancora chiusi, ma gli abitanti intorno si sforzano di rigenerare vita almeno nel vicinato per il bisogno urgente di riproiettare in avanti se stessi e il quartiere.
Altri ancora hanno riaperto con sforzo titanico per dar ragione alla resistenza e lì il calore umano e la partecipazione fanno la differenza.
Tracce di fiori e candele, per lo più spente, restano…
UN PICCOLO PRINCIPE

Non so chi sei, non so il tuo nome, né da dove sei arrivato.

Vulcano, fine agosto 2015. Una sera, dalla terrazza di casa, vedo un bambino sul bordo del minuscolo pontile di Gelso.
Pesca da solo. Una figura piccola, magra, leggera.

Da dove è arrivato? Fino a cinque minuti fa lì non c’era nessuno… Mi fa pensare al Piccolo Principe.

Forse è venuto dalla luna per pescare in Sicilia…?

Corro giù per avvicinarlo. Porto con me la macchina fotografica.

Il tempo di rientrare a casa e non c’era più…
ROSTA NOVA

Rosta Nova è un nuovo quartiere della semi-perfiferia di Reggio Emilia, che ha fatto storia nell’ambito dell’architettura, della sociologia urbanistica e delle amministrazioni pubbliche illuminate.
Si tratta di un esperimento di facilitazione della convivenza e delle buone relazioni tra i residenti di un’area. E' un modello diverso dal co-housing: è l’applicazione di un modello di residenza di concezione considerata contemporanea.
Il nuovo quartiere non è stato attaccato alla città come un pezzo aggiunto, bensì concepito come il prolungamento del centro storico.
Durante una masterclass con il fotografo della agenzia Magnum Patrick Zachmann abbiamo visitato il quartiere e approfondito il rapporto fra l’uomo e il quartiere stesso, ma anche con la famiglia e la casa.
UNA GIORNATA A KUALA LUMPUR

Dal mercato Chow Kit al quartiere Little India, dalle residenze ricche, anzi ricchissime, compresa la residenza del re, alle Petronas Towers, a Kuala Lumpur convivono tre religioni in modo pacifico, almeno così affermano gli abitanti musulmani, buddisti e cristiani.
PRIMA VOLTA A BERLINO

A Berlino cadere nello stereotipo della memoria nazista è facile. Ma quando vi si arriva esattamente un mese dopo i fatti di Parigi lo stato d’animo è profondamente marcato. Forse questo ha condizionato l’occhio.
PointS of viewS

Alto, basso, sinistra, destra, obliquo, dall’interno, dall’esterno, dallo Zenith, quanti sono i punti di vista per guardare, per vedere e per esprimere con la sintesi di un’immagine una situazione, una storia o l’astrattezza di una corrispondenza, di un pensiero o di uno stato d’animo?
Uno, nessuno, centomila…
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